Per rilanciare l’immagine di Bologna non basta fornire opportunità di sviluppo ai settori economici trainanti, occorre anche recuperare come suo punto di forza l’abitabilità, con attenzione alle diverse domande: di chi risiede ma anche di chi lavora e di chi è temporaneamente presente.
Questo significa arricchire il territorio di ambienti interessanti e confortevoli, ampliare la gamma delle scelte e moltiplicare le occasioni per vivere la città, abbattere i tempi di spostamento.
La strategia per la Città della Tangenziale individua come prioritari gli interventi sulle parti maggiormente penalizzate dal punto di vista dell’abitabilità.
Si propone un’operazione articolata di ricucitura delle espansioni a nord con il nucleo della città compatta attraverso collegamenti più efficaci fra la tangenziale e le principali strade urbane, fra i parcheggi di interscambio e le fermate del trasporto pubblico locale, individuando corridoi e spine verdi per i percorsi pedonali e ciclabili. Vi si accompagnano la qualificazione degli insediamenti esistenti attraverso il potenziamento degli spazi a uso pubblico, la mitigazione ambientale e l’inserimento paesaggistico della principale infrastruttura stradale; la tutela e fruizione “leggera” delle aree agricole di pianura; la riqualificazione del Parco nord, già oggi destinato ad accogliere eventi di scala metropolitana; la creazione di un nuovo quartiere residenziale in zona Corticella.
I progetti per la grande circonvallazione urbana e l’espansione verso nord risalgono alla metà degli anni ’60, quando fu concepito il piano intercomunale e presero forma le proposte per un nuovo centro direzionale e per quartieri integrati. Il Piano regolatore degli anni ‘80 ha introdotto l’idea di una fascia boscata continua di mitigazione, un modo per rendere compatibile la presenza della tangenziale con la vivibilità degli insediamenti limitrofi.
Il Psc lavora su quell’idea e sulle istanze emerse dagli abitanti, i quali hanno rielaborato la proposta con riferimento alle specifiche condizioni locali. Peraltro, il disegno generale assume peso e prospettive interessanti per la scelta di realizzare un Passante autostradale a nord che comporterà il “declassamento” a sola tangenziale del tratto autostradale bolognese, con una riduzione del traffico e del suo carico inquinante.
La fascia boscata, realizzata solo in parti limitate, viene riprogettata come insieme di spazi aperti piantumati che rendano compatibile la mitigazione degli impatti ambientali con la fruizione e l’attraversamento (il parco lungo Navile, “la campagna di quartiere” di via Larga, il parco San Donnino), che si costituiscano come varchi qualificati per l’accesso ai parchi agricoli metropolitani, caratterizzati da alcune delle più importanti testimonianze storico-paesaggistiche del territorio bolognese. Interventi che, nel loro insieme, qualificano i luoghi come nodi ecologici urbani, relazionati al connettivo diffuso della rete ecologica secondaria.
La strategia della Città della Tangenziale è una strategia metropolitana, come metropolitano è il ruolo della infrastruttura: a ovest verso Casalecchio e poi Zola, a est verso San Lazzaro e Ozzano, la strada continua a dividere parti di territorio che potrebbero essere interessate dall’estendersi di questa logica di azione; la possibilità di interpretare il progetto a scala ampia potrebbe conferirgli una profondità inattesa, legata a nuovi rapporti tra le Amministrazioni interessate.