Servizi e Sportelli Sociali

21 Giugno 2011 12.000 invalidi in attesa a Bologna. L'Inps replica.

Invalidità 1: Ci sono circa dodicimila pratiche pensionistiche d’invalidità civile, disabilità o per domanda di accompagnamento che provengono da Bologna e provincia, ferme negli uffici Postel, società del gruppo Poste Italiane.
«Ho aspettato da dicembre scorso fino a maggio che mi arrivasse la notifica dell’Inps — racconta una signora di Casalecchio di Reno, grazie alla quale è arrivata la segnalazione del problema —. Dopo tanto tempo, accompagnata da mio marito, mi sono recata negli uffici Inps di via Gramsci e lì mi hanno detto che la mia pratica non si ritrovava e poteva essere andata persa». In realtà, così come per tanti altri cittadini in attesa, la pratica della signora, non vedente e su una carrozzina, non era stata smarrita, come le avevano assicurato anche all’Ausl di Casalecchio dove la donna aveva fatto le visite mediche e i documenti risultavano inviati all’Inps, ma è bloccata a Postel.
Il problema nasce a partire dal 1 gennaio 2010, cioè da quando, per velocizzare le pratiche burocratiche per il riconoscimento di handicap e stanare i falsi invalidi, i certificati devono essere inoltrati tramite internet all’Inps e non più all’Ausl. La procedura per ottenere un assegno di invalidità prevede che prima si faccia domanda all’Ausl. A quel punto una commissione sanitaria dell’Ausl, con un medico dell’Inps, visita il paziente e scrive un referto con l’esito della visita. Una valutazione che viene poi inviata a Roma tramite Postel, che ha il compito di scannerizzare i documenti e inviarli poi ai cittadini. Negli uffici di Postel però la macchina burocratica s’inceppa...[leggi l'articolo completo nel sito de Il resto del Carlino]

Invalidità 2: alle tesi sostenute nell'articolo del Carlino replica la Direzione regionale Inps

Invalidità 3: per approfondire la situazione a livello nazionale riportiamo anche due agenzie di redattoresociale.it del 22 giugno:
- Procedure telematiche invalidità civile. Inca-cgil “Fallimento che fa aumentare il contenzioso Inps”
Le procedure telematiche per le domande di invalidità civile avrebbero dovuto semplificare i rapporti tra le Asl e l’Inps, ma in realtà si sono rivelate un fallimento. “Non hanno funzionato, in parte per la difficoltà legata alle procedure stesse ma soprattutto per la mancanza di una volontà reciproca a collaborare. Questo ha portato a mesi e mesi di supplizio per le persone, che si sono viste negare i loro diritti fondamentali”. A denunciare il “pasticciaccio” legato alle nuove modalità introdotte dal gennaio 2010, è Morena Piccinini, presidente del patronato Inca nazionale della Cgil, a margine del convegno oggi a Roma “Diversamente si può”.
“Ci siamo costituiti a fianco dei cittadini che aspettano ormai da troppo tempo di veder riconosciuta la loro invalidità, una situazione insostenibile soprattutto per alcune categorie di malati come quelli oncologici- continua Piccinini- .Ma dietro la negazione dei diritti c’è la mancanza di tutela delle persone e si è costretti all’azione legale. Una situazione che fa aumentare continuamente il contenzioso con l’Inps”. Secondo l’Inca Cgil, infatti, stanno aumentando le cause civili che vedono l’Istituto previdenziale soccombente a testimonianza che esiste realmente un diritto negato: su 870 mila cause l’anno, l’Istituto perde nel 60% dei casi. “Le persone sono costrette ad agire in giudizio, ma nel frattempo i tempi si allungano e vengono persi altri diritti - aggiunge Piccinini -. Ma sono tanti anche quelli che si fermano prima o decidono di non procedere per vie legali, questo vuol dire che l’Istituto lucra anche su chi non può fare causa”. A front di questo “l’Inps denuncia un eccesso di contenzioso, tanto da sollecitare un cambiamento della normativa-aggiunge la presidente del patronato- per chiudere ogni strada ai ricorsi e al riconoscimento dei diritti”.
Secondo Piccinini “l’attenzione è oggi ancora troppo concentrata sui falsi invalidi. E, anche se resta ferma l’esigenza di perseguire le frodi, è arrivato il momento di affrontare il problema della difficoltà a conseguire le prestazioni dovute. Vogliamo che la disabilità- aggiunge- sia riconosciuta non come uno svantaggio ma come la capacità residua in capo a una persona”. L’Inca Cgil ha aderito alla manifestazione nazionale organizzata dalle associazioni del Terzo settore,“I diritti alzano la voce” che si svolgerà domani a piazza Montecitorio. “Siamo con loro- conclude Piccinini- c’è grande preoccupazione per i tagli al sociale, che sono sempre più pesanti. Ci uniamo alla denuncia del mondo del Terzo settore. Perché questo ricade poi sulle categorie più deboli come i disabili che restano senza protezione, in una situazione di solitudine e abbandono.
(fonte redattoresociale.it)

- Invalidità. Piccioni (Inps): “Stiamo risolvendo la questione telematica, ma serve collaborazione di tutti”
I problemi ci sono, ma l’Inps sta cercando di far fronte alla situazione legata alla novità delle procedure telematiche per le domande di invalidità civile. Lo afferma Massimo Piccioni, coordinatore generale medico legale dell’Istituto di previdenza, a margine del convegno organizzato oggi a Roma dall’Inca-Cgil “Diversamente si può”. “Su questo è necessaria la collaborazione di tutti- afferma Piccioni sottolineando che gran parte delle criticità derivano dall’invio da parte dell’ Asl dei materiali ancora in formato cartaceo- questa situazione è tra i principali fattori che fa perdere efficienza”.
Sulla questione dell’accanimento delle verifiche dell’Istituto per stanare i cosiddetti “falsi invalidi” più volte sollevata durante il dibattito, Piccioni ha sottolineato che “non è possibile che in alcune zone del paese alcune malattie sono considerate causa di invalidità mentre altre no. Ci vuole uniformità di giudizio”. Secondo il dirigente dell’Inps la principale causa di invalidità in Italia è costituita dalla patologia psichiatrica, che rappresenta “l’espressione di un disagio sociale diffuso, ma richiede conoscenze complesse e strumenti oggettivi di accertamento, perché la valutazione non può essere lasciata alla discrezionalità del medico né all’autocertificazione”. In questo senso l’azione dell’Inps, secondo Piccioni, è determinata dal principio di equità e legalità. “In alcune aree del paese ci sono situazioni patologiche- aggiunge- i controlli sono necessari per accertare la sussistenza del beneficio o la sua decadenza”.
Secondo Guido Abbdessa, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) Inps, però, il messaggio lanciato in questi mesi dall’Istituto è stato sbagliato. “È stata messa al centro l’idea di colpire i falsi invalidi e non il principio della tutela delle persone con disabilità. Una scelta non corretta e anche i dati lo confermano: sono stati revocati l’11% degli assegni, una percentuale che ritroviamo in serie storica ogni anno e che comprende i decessi e chi ha una riduzione dell’invalidità”. Sulla questione della telematizzazione delle procedure secondo Abbadessa non bisognava dire che tutto sarebbe andato a regime senza testare prima il sistema. “Ora ci saranno sempre più ricorsi e rallentamenti -aggiunge- e quei soldi dovranno essere pagati con gli interessi”.
Su questa questione è intervenuta anche Franca Gasparri della presidenza Inca Cgil. “Dopo un anno e mezzo il processo non è né più rapido né più trasparente- sottolinea - Ma si tratta di problemi che riguardano la vita delle persone. Si era convinti che prima o poi tutto sarebbe andato a posto ma c’è un problema di relazione con le commissioni di accertamento delle Asl e il risultato è un vero e proprio accanimento sui malati, che sono costretti a subire visite su visite”.
(fonte redattoresociale.it)

...un po' di cronistoria

Gennaio 2010: la riforma delle procedure per l'invalidità
Luglio 2010: disabilità, terminato il braccio di ferro tra Governo e associazioni. Ritirati gli emendamenti restruittivi su assegni e indennità
Agosto 2010: un documento critico delle Regioni e Provincie sulle nuove procedure per l'invalidità
Febbraio 2011: la "caccia" ai falsi invalidi e le polemiche tra Associazioni, Ministero e Inps