La maggior parte è straniero (59,4%), uomo (86,9%), con meno di 45 anni (57,9%, la media è di 42,2 anni), vive al Nord (58,5%), nei due terzi dei casi ha al massimo la licenza di media inferiore ed è stato costretto alla strada per la perdita di un lavoro stabile e per la separazione dal coniuge (33,7%).
È la fotografia che emerge dall'indagine Istat 'Le persone senza dimora (2011)' condotta nell'ambito di una ricerca sulla condizione delle persone che vivono in povertà estrema realizzata a seguito di una convenzione con il Ministero del Lavoro, la Federazione italiana degli organismi per le persone senza fissa dimora (Fio.Psd) e la Caritas.L'indagine prende in considerazione le persone senza dimora che, tra novembre e dicembre 2011, hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna in 158 comuni in cui è stata condotta la rilevazione.
Il rapporto dell'Istat: "I senza dimora in Italia sono 47.648".
Secondo l'Istat quindi le persone senza dimora in Italia sono stimabili in 47.648 e corrispondono a circa lo 0,2% della popolazione regolarmente iscritta presso i comuni considerati dall'indagine. L'incidenza sul totale dei residenti risulta più elevata nel Nord-ovest (vi risiede il 38,8% del totale) dove le persone senza dimora corrispondono a circa lo 0,35% della popolazione residente; seguono il Nord-est (19,7%) con lo 0,27%, il Centro (22,8%) con lo 0,20%, le Isole (10,1%, incidenza dello 0,21%) e il Sud (8,7%, 0,10%).
La maggioranza è costituita da stranieri.
La maggioranza delle persone senza dimora è costituita da stranieri (59,4%) e le cittadinanze più diffuse sono la rumena (l'11,5% del totale delle persone senza dimora), la marocchina (9,1%) e la tunisina (5,7%). Gli stranieri senza dimora sono più giovani degli italiani (il 47,4% ha meno di 34 anni contro l'11,3% degli italiani), hanno un titolo di studio più elevato (ha almeno la licenza media superiore il 40,8% contro il 22,1% degli italiani) e vivono da meno tempo nella condizione di senza dimora (il 17,7% lo è da almeno due anni, contro il 36,3% degli italiani). Più spesso vivono con altre persone (il 30% contro il 21,8%), in particolare con amici (17,4% contro 10,2%); ben il 99,1% è nato in uno stato estero e solo il 20% era senza dimora prima di arrivare in Italia.
In media, le persone senza dimora riferiscono di esserlo da circa 2 anni e mezzo.
Quasi i due terzi (il 63,9%), prima di diventare senza dimora, viveva nella propria casa, mentre gli altri si suddividono pressoché equamente tra chi è passato per l'ospitalità di amici e/o parenti (15,8%) e chi ha vissuto in istituti, strutture di detenzione o case di cura (13,2%). Il 7,5% dichiara di non aver mai avuto una casa. Più della metà delle persone senza dimora che usano servizi (il 58,5%) vive nel Nord (il 38,8% nel Nord-ovest e il 19,7% nel Nord-est), poco più di un quinto (il 22,8%) nel Centro e solo il 18,8% vive nel Mezzogiorno (8,7% nel Sud e 10,1% nelle Isole). Milano e Roma, spiega ancora l'Istat, accolgono ben il 71% della stima campionaria. Ben il 44% delle persone senza dimora utilizza servizi con sede a Roma o Milano: il 27,5% a Milano e il 16,4% a Roma.
La maggioranza dei senza dimora si trova nel Nord.
La stima è più elevata a Milano, soprattutto per le persone senza dimora che utilizzano i servizi di mensa; queste ultime rappresentano, infatti, l'86,4% delle persone senza dimora stimate a Milano, contro il 66,2% di quelle stimate a Roma. La capitale si caratterizza per una maggiore presenza di persone con dimora tra coloro che si rivolgono ai servizi di mensa (24,7% contro 17,4%), per una maggiore presenza di persone senza dimora che utilizzano più volte lo stesso servizio (tra coloro che usano il servizio mensa, si rivolgono per tutta la settimana allo stesso servizio il 47,4% di chi vi pranza - contro il 35,3% di Milano - e il 53% di chi vi cena - contro il 49,7%) e per una minore presenza di stranieri (sono il 46,7% delle persone senza dimora, contro il 78,3% di Milano). Dopo Roma e Milano, Palermo è tra i 12 comuni più grandi quello che accoglie il maggior numero di persone senza dimora (3.829); vi vive quasi l'80% di coloro che utilizzano servizi nelle Isole e ben il 60,7% è costituito da stranieri. Seguono Firenze (1.911), con il 60,9% di stranieri, Torino (1.424), con il 56,5%, e Bologna (1.005), con il 51,6%.
Il 28,3% delle persone senza dimora dichiara di lavorare.
Si tratta in gran parte di occupazioni a termine, poco sicure o saltuarie (24,5%); i lavori sono a bassa qualifica nel settore dei servizi (l'8,6% delle persone senza dimora lavora come facchino, trasportatore, addetto al carico/scarico merci o alla raccolta dei rifiuti, giardiniere, lavavetri, lavapiatti, ecc.), nell'edilizia (il 4% lavora come manovale, muratore, operaio edile, ecc.), nei diversi settori produttivi (il 3,4% come bracciante, falegname, fabbro, fornaio, ecc.) e in quello delle pulizie (il 3,8%). Secondo il dossier dell'Istat, in media le persone che hanno un lavoro lo svolgono per 13 giorni al mese (il 37,6% per meno di 10 giorni e il 32,2% per 20 giorni o più) e il denaro guadagnato ammonta a 347 euro mensili (circa un quarto guadagna meno di 100 euro e quasi un terzo oltre 500 euro). Non emergono particolari differenze tra italiani e stranieri. Oltre la metà delle persone senza dimora (il 51,5%) dichiara di non lavorare poiché non riesce a trovare un'occupazione, in particolare per la "difficoltà a trovare lavoro" (57,8%).
I Senza dimora ricevono aiuti dalla propria famiglia.
La maggior parte delle persone senza dimora (53,4%) riceve un aiuto economico dalla rete familiare, parentale o amicale e da estranei e associazioni di volontariato, che, in molti casi, rappresentano l'unica fonte di sostentamento; il 57,6% dichiara, infatti, di avere una sola fonte di reddito. La perdita di un lavoro si configura come uno degli eventi più rilevanti del percorso di progressiva emarginazione che conduce alla condizione di 'senza dimora', insieme alla separazione dal coniuge e/o dai figli e, con un peso più contenuto, alle cattive condizioni di salute. Ben il 61,9% delle persone senza dimora ha perso un lavoro stabile e il 59,5% si è separato dal coniuge e/o dai figli. Nei 12 mesi precedenti l'intervista l'89,4% delle persone senza dimora ha utilizzato almeno un servizio di mensa, il 71,2% un servizio di accoglienza notturna, il 63,1% un servizio di docce e igiene personale (più ridotte le percentuali di utilizzo di servizi di distribuzione medicinali, accoglienza diurna, unità di strada).
Tra i senza dimora il 13% sono donne:
Le donne, conclude l'Istat, rappresentano il 13,1% delle persone senza dimora, con caratteristiche del tutto simili a quelle osservate tra gli uomini. Tra le straniere prevalgono la cittadinanza rumena (36,6%), oltre un quarto ha più di 55 anni (27,4%, età media di 45,1 anni), vivono più frequentemente degli uomini con un coniuge o con i figli (31,4%) e un quarto (25,3%) dichiara di avere un lavoro che viene svolto, in media, per 14 giorni al mese e con un guadagno di circa 314 euro.
Consulta la scheda ISTAT sul Censimento
Approfondisci:
- sul sito della Fiopsd
- sul sito della Caritas
- L'intervento di Pezzana (Fiopsd) al seminario di presentazione del censimento
- L'intervento di Soddu (Caritas) al seminario di presentazione del censimento
- La sezione dedicata agli interventi per le persone adulte nel Profilo di comunità 2010 del Comune di Bologna
- La ricerca sulle Nuove povertà a Bologna curata dall'Istituto Gramsci (2012)(slide di sintesi)
- La sezione "Servizi per adulti" nel sito degli Sportelli sociali (20 schede informative)
- La sezione "Adulti/senza fissa dimora" nella rubrica Dati sociali del sito degli Sportelli sociali
(fonti sito tiscali.it e redazione sportello sociale)