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20 Dicembre 2011 Essere disabili. Avere un figlio disabile. Le pensioni: non solo soldi

"C'era una volta" si potrebbe dire come in ogni favola; la storia di questo numero della newsletter...comincia ventuno anni fa sulle pagine di Rassegna stampa handicap, una rivista che ora non esiste più. Anche allora, se ben ricordiamo, era appena terminata una delle tante cacce ai falsi invalidi che si sono susseguite da trent'anni a questa parte. In realtà nella storia di allora non si parlava di pensioni tolte, ma di un banale errore nelle modalità di emissione dei mandati a cui, assicurava il Ministero, si sarebbe ovviato in pochi giorni.
Eppure, come allora, tra l'invalido e la "sua" pensione (il virgolettato non è casuale, serve a sottolineare) esiste un rapporto complesso, che va al di là della sola valenza economica, e mette in campo molti degli aspetti che la cultura della nostra società incarna nei confronti della disabilità; aspetti spesso attraversati da elementi di ambiguità, sia nella percezione sociale sia in quella della persona disabile verso se stessa.
Alcune pensioni sono erogate, recita la legge, "a titolo della minorazione", ovvero indipendentemente dal reddito, dall'età o da altri parametri legati alla singola persona. Costituiscono il riconoscimento che le difficoltà dovute ad una disabilità necessitino (e necessitavano ancor più all'epoca dei primi interventi legislativi in materia) di una sorta di risarcimento da parte della società.
La MIA persona. La MIA disabilità. La MIA pensione.
Un risarcimento, ma anche "uno sguardo su" che lo Stato assicura a fronte di pensieri che, spesso, si chiedono se Dio sia stato giusto o se i genitori siano del tutto esenti da qualche colpa.
"La colpa di qualcuno dovrà pur essere" disse un giorno Michele, ed aveva ragione a pensare così. Si, aveva ragione dentro al suo personale, unico, irripetibile percorso per comprendere quello che gli era capitato e conviverci, nonostante tutto, con rispetto e dignità.
Ecco perchè le ennesime cacce ai falsi invalidi del Governo appena passato, le proposte di riforma dell'invalidità, pur con aspetti di ragionevolezza, di legarla al reddito, o all'ISEE, o di trasformarla in una "dote assistenziale" gestita della Regioni, ripropongono l'ambiguo tema del risarcimento. Che è un tema reale, impresso a fuoco nella carne di molti, forse più sentito per chi disabile lo è dalla nascita, e con il quale sarebbe sciocco pensare di non fare i conti o liquidare sommariamente nel capitolo delle cattive abitudini o dei retaggi che non debbono più esistere o che non possiamo più permetterci.
Insomma pensiamo che "Blu e cromature" (testi di Andrea Pancaldi, disegni di Massimo Semerano) abbia ancora qualcosa da suggerire anche dopo 21 anni e, insieme, tenendo conto che 21 anni sono passati.