Betti, Paolo
Luiz de Fora (Brasile), 09/10/1894 - Bologna, 13/03/1972
Paolo Betti, appartenente ad una famiglia socialista, nel 1911 s'iscrisse alla federazione giovanile socialista, divenendone membro dell'esecutivo nel 1914. Passato al Partito Socialista Italiano, fu attivo anche nella Camera confederale del lavoro e nel Sindacato ferrovieri italiani. Durante lo sciopero ferroviario generale del 20-29 gennaio 1920 fece parte della commissione del sindacato che trattò la vertenza con il governo presieduto da Francesco Saverio Nitti. Aderì al neonato Partito Comunista Italiano e fu tra gli organizzatori della federazione di Bologna. Nell'aprile1921 aiutò la moglie di Béla Kun, il leader della Repubblica ungherese dei consigli, a fuggire da Bologna dove era in esilio, venendo arrestato a Udine. Fu delegato al II congresso del PCI che si riunì a Roma dal 20 al 25 marzo 1922. Nel febbraio del 1923 fu arrestato e condannato nel corso del primo processo ai comunisti italiani. Nel 1924 fece parte della delegazione italiana che si recò a Mosca per partecipare al quinto congresso dell'Internazionale comunista. Al rientro in Italia venne arrestato e condannato per "attentato alla sicurezza dello Stato". Per preservare la sua incolumità, l'organizzazione comunista lo spostò in diverse città tra cui Genova e Milano. Qui, nel 1926, svolse le mansioni di segretario regionale del Partito Comunista Italiano in Lombardia. Nello stesso anno venne nuovamente arrestato e condannato a cinque anni di confino. Latitante, fu arrestato nel 1927 e l'anno successivo fu condannato dal Tribunale speciale a dodici anni di reclusione e a tre di sorveglianza con l'accusa di "ricostruzione, cospirazione e propaganda comunista". Nel 1934, in seguito ad un'amnistia, fu rilasciato dal carcere di Portolongone (LI). Tornato a Bologna, alla fine del 1942 fu rappresentante comunista nel Comitato regionale per la pace e la libertà, costituito a Bologna da rappresentanti socialisti, comunisti, azionisti e con l'assenso dei popolari. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, partecipò alla costituzione del Comitato Nazionale di Liberazione della regione Emilia Romagna e della provincia di Bologna, divenendo, parallelamente, membro della segreteria della federazione bolognese del PCI. Tra il settembre ed il novembre 1944 contribuì alla ricostruzione della Camera confederale del lavoro di Bologna. Nel 1945 fu designato dal PCI a far parte del primo consiglio comunale di Bologna nominato dal CNL e dal Governo militare alleato. Venne rieletto nelle elezioni del 1946 e ricoprì la carica di assessore al personale fino al 1951. Il 21 aprile 1966 in occasione del ventesimo anniversario della prima assemblea eletta del dopoguerra, il Comune di Bologna gli consegnò la medaglia d'oro. Fu commemorato nella seduta del consiglio comunale del 17 marzo 1972.
E.E.
E.E.