Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.) e le sue norme vanno lette non come impedimenti alle trasformazioni ma come conoscenza dell’essere del territorio, funzionali a indirizzare le linee dello sviluppo in maniera compatibile con le sue caratteristiche, in modo tale da non disperdere o distruggere l’identità delle nostre comunità.
Sotto il profilo degli elaborati che lo costituiscono, l’impostazione del Piano Paesistico è del tutto tradizionale, essendo formato da un corpo normativo e da una cartografia che delimita le aree a cui si applicano le relative disposizioni. Da un punto di vista più sostanziale esso racchiude invece alcuni contenuti innovativi e grandi potenzialità di sviluppo a partire dal presupposto che il paesaggio non è immutabile nel tempo, né sempre uguale a sé stesso.
Assumendo tale premessa il Piano Paesistico è stato realizzato con riferimento a due principi generali volti a:
- integrare nella disciplina paesaggistica i contenuti ambientali che stanno alla base delle espressioni fisiche, biologiche e antropiche percepibili, così da interpretare il paesaggio non in termini statici ed estetici, bensì come aspetto tangibile di processi ed equilibri che si stanno sviluppando o che si sono sedimentati nel tempo sul territorio;
- caratterizzare il Piano Paesistico non come un punto di arrivo immodificabile ma, al contrario, come l’avvio di un processo di assimilazione e attuazione dei principi e degli obiettivi in esso contenuti.