L’attesa, si sa, va “ingannata”, ma a volte è lei a trarci in inganno dilatando tempi che, in altre situazioni, ci sembrerebbero molto più brevi. Questo accade in particolar modo al pronto soccorso, dove il dolore fisico sommato all’ansia del responso medico fa apparire l’attesa quasi insopportabile.
Per supportare i pazienti e trovare nuove soluzioni per migliorare il servizio, a Bologna nasce Ops!, Ospitalità al Pronto Soccorso, il progetto promosso dal Centro Antartide in collaborazione con le tre aziende sanitarie della città, l’Università di Bologna e il contributo della Fondazione Carisbo. “Oggi il tema della gentilezza e dell’umanizzazione dei luoghi di cura è sempre più centrale – spiega Marco Pollastri, presidente del Centro Antartide –. Esistono spazi interstiziali, come l’atrio e la sala d’aspetto dell’ospedale, che non sono gestiti direttamente dal personale sanitario, ma che diventano fondamentali per far sentire le persone accolte e assistite”.
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Per supportare i pazienti e trovare nuove soluzioni per migliorare il servizio, a Bologna nasce Ops!, Ospitalità al Pronto Soccorso, il progetto promosso dal Centro Antartide in collaborazione con le tre aziende sanitarie della città, l’Università di Bologna e il contributo della Fondazione Carisbo. “Oggi il tema della gentilezza e dell’umanizzazione dei luoghi di cura è sempre più centrale – spiega Marco Pollastri, presidente del Centro Antartide –. Esistono spazi interstiziali, come l’atrio e la sala d’aspetto dell’ospedale, che non sono gestiti direttamente dal personale sanitario, ma che diventano fondamentali per far sentire le persone accolte e assistite”.
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