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20 Agosto 2018 Crisi e migrazioni. Italiani non appiattiti sulla narrazione politico-mediatica. 28% favorevoli, 24% contrari, 48% incerti e ansiosi. Resiste il sentimento di solidarietà, più forte la dove c'è più conoscenza dei temi ed esperienza diretta

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In Italia, il dibattito che si è svolto nell’anno che ha preceduto le elezioni del 4 marzo 2018 ha assegnato un ruolo centrale al tema dell’immigrazione: abbiamo assistito a molti mesi di dibattito molto polarizzato, di numeri e accuse, di criminalizzazione della solidarietà, di fenomeni complessi che venivano iper-semplificati.
Al pari di altri paesi europei, l’Italia è sempre più preoccupata dalle questioni di identità e appartenenza nazionale, dall’interazione con i migranti e da una perdita di controllo percepita sui suoi confini meridionali. Tuttavia, nonostante l’idea diffusa che l’immigrazione sia un male per il paese, una parte significativa degli italiani prova sentimenti di solidarietà ed empatia per gli stranieri: l’opinione pubblica italiana è spesso più sfaccettata di quanto si immagini. Si tratta di uno dei risultati evidenziati dalla ricerca " Un'Italia frammentata: atteggiamenti verso identità nazionale, immigrazione e rifugiati in Italia"(Capire il ‘centro ansioso’ in Italia).

Lo studio, commissionato da The Social Change Initiative in partnership con More in Common, esamina il dibattito politico nazionale, le dinamiche dell’opinione pubblica e la risposta della società civile in cinque paesi: Germania, Francia, Paesi Bassi, Italia e Grecia. In Italia la ricerca è stata realizzata da Ipsos.
La ricerca ha individuato sette segmenti nella società italiana, con differenti idee sui temi di identità e appartenenza, e valori “aperti” o “chiusi” a proposito di immigrazione, rifugiati, diversità e identità nazionale. Due segmenti mostrano valori più aperti e sono più solidali nei confronti dei migranti (28 per cento della popolazione); altri due segmenti hanno valori più chiusi e si oppongono ai nuovi arrivati, di qualunque tipo essi siano (24 per cento della popolazione). I tre rimanenti appartengono a quella che talora si definisce “centro incerto” o “centro ansioso”, e riuniscono il 48 per cento circa degli italiani.
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