Come ogni anno, all’interno del progetto Prevenzione ondate di calore – coordinato da Cup 2000 - è stato attivato il piano MAIS (Monitoraggio Anziani In Solitudine), un’azione realizzata in rete con le associazioni di volontariato partner del progetto con l'obiettivo di prevedere una programmazione di interventi di emergenza in aiuto della popolazione anziana a rischio, qualora si preveda che la durata delle ondate di calore possa avere delle ripercussioni sulla salute degli anziani individuati dall'azienda USL di Bologna.
Destinatari del progetto sono stati gli anziani con patologie  croniche o soli. Il totale degli utenti da contattare per il piano si è  stabilito quest'anno a quota 2521 con picchi di oltre 300 chiamate al giorno.  Durante le stesse, la preoccupazione principale degli  operatori/volontari è stata di accertarsi della presenza o meno di  supporto familiare e non, fornendo una serie di consigli utili da  seguire nelle giornate più torride.
Tra i vari servizi offerti, il  principale è stato il monitoraggio telefonico, accompagnato  dall’assistenza domiciliare, dal supporto infermieristico telefonico e  dalla consegna di farmaci a domicilio, coinvolgendo associazioni del  territorio e le farmacie Federfarma Bologna e Lloyds farmacie.
Tanti i feedback positivi e gli aneddoti simpatici raccolti dai  volontari. “Abbiamo seguito un utente senza tetto in zona universitaria”  - ci racconta Leonardo Romano, volontario di Croce Italia - “Per  la sua stazza e rivendicazione di autonomia abbiamo fatto fatica a  gestirlo, ma avendolo accompagnato più volte in ambulatorio si è creato  un rapporto più intimo tra noi, lui e gli infermieri della struttura.  Ora il servizio è finito, ma con lui resta un rapporto più confidenziale  ogni volta che ci si incontra”. 
Un altro aneddoto particolare è quello che ci riferisce Anna Trevisani,  responsabile di AUSER, che ha raccontato di come un volontario abbia  dovuto accompagnare un'anziana presso il cimitero Certosa – a detta di  quest'ultima – per “relazionarsi” con i suoi cari. A dimostrazione di  come i bisogni primari non si limitino solo alla dimensione biologica,  ma sfocino anche in quella sociale e relazionale.
Filo conduttore di  tutte le testimonianze ricevute è stata l'idea di concepire questo tipo  di progetto non come un semplice servizio di trasporto ma – come  ribadito da Angela Nasi, referente dell'associazione Croce Rossa  Italiana – “un vero e proprio servizio di accompagnamento e di entrata  in empatia con l'utente”.
Per maggiori informazioni, potete consultare la scheda "Prevenzione delle ondate di calore" dello Sportello Sociale del comune di Bologna e il blog di Cup 2000.
 
						 
						