Servizi e Sportelli Sociali

19 Aprile 2017 Il nuovo Servizio Sociale Territoriale. La riorganizzazione raccontata da Luca Rizzo Nervo e Maria Adele Mimmi

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(intervista a cura di Melania Testi - Redazione Intranet Comune di Bologna) Il 23 gennaio il Consiglio comunale ha dato il via libera al servizio sociale territoriale unitario: una riorganizzazione dei servizi, avviata nel luglio 2016, per rispondere meglio alle necessità dei cittadini rispetto ai nuovi bisogni che sono emersi negli anni di crisi economica.
Il nuovo modello mantiene le strutture territoriali per l'accesso, la valutazione e la presa in carico degli utenti, ma rivede modalità di accesso e accoglienza con l'obiettivo di ridurre i tempi e garantire appropriatezza di risposta.
Abbiamo chiesto all'Assessore Luca Rizzo Nervo e alla dottoressa Maria Adele Mimmi, capo Area Benessere di comunità, di approfondire  il tema della riforma del servizio sociale e di raccontare come hanno unito tra loro la necessità di rivedere l'organizzazione dei servizi e di evitare la demotivazione degli operatori e la dequalificazione del lavoro sociale.


Assessore Rizzo Nervo, dall'Asp al modello attuale, avete cambiato idea?
Abbiamo confermato una scelta ed insieme ascoltato. Abbiamo confermato l'esigenza di recuperare una unitarietà dei Servizi Sociali del Comune, superando la frammentazione a garanzia di una maggiore equità di accesso e di un indirizzo comune sui problemi sociali, vecchi e nuovi. Un unico Servizio Sociale della città che pur continui a garantire una articolazione territoriale che confermi la prossimità alle situazioni e ai casi. Ma abbiamo anche ascoltato l'opinione degli operatori sociali, di chi opera quotidianamente a stretto contatto con i cittadini, e che ci ha segnalato, in un'utile dialettica, l'esigenza di affrontare un percorso tanto ambizioso tenendo nelle mani del Comune la responsabilità politica e tecnica. Da qui la scelta di una direzione unitaria dei Servizi Sociali in capo all'Area Benessere di Comunità. Una scelta che fin qui ci ha consegnato un clima collaborativo ed efficace dentro al quale sarà più facile inseguire un obiettivo tanto complesso. Contestualmente questo periodo di riorganizzazione ha consentito di ridefinire e precisare il mandato e le funzioni specifiche dell' Azienda dei Servizi alla Persona del Comune di Bologna nell'ambito delle protezioni internazionali, della grave emarginazione adulta, della transizione abitativa e della domiciliarietà.

Chiarezza di idee e ascolto attivo di punti di vista diversi dovranno essere la modalità e la cifra stilistica lungo il percorso e, più in generale, nelle scelte amministrative di questo mandato.
Qual è il valore aggiunto della scelta?

Riportare ad unitarietà il servizio, mantenendo come valore fondante la prossimità alle persone e ai territori e garantendo la relazione con il lavoro con la comunità a cui sono chiamati i Quartieri, sono i punti di forza della scelta che abbiamo fatto. Riportare la gestione ad un livello unitario vuol dire anche connettere strettamente ai livelli di programmazione l' attuazione operativa. Certamente ricostruire la famiglia professionale degli operatori sociali vuol dire fare un grosso investimento sulle persone, sulla loro professionalità, anche assicurando di mettere in campo le risorse di personale che sono necessarie dopo aver vissuto anni di blocco delle assunzioni. Lo stiamo facendo sia assumendo in modo importante come Comune, sia rafforzando le professionalità all' interno di ASP.

Dottoressa Mimmi, come avete accompagnato il modello integrato per il lavoro di comunità?
Abbiamo riorganizzato i nostri servizi sociali affidandoci a un pensiero guida: quello della comunità. Per spiegarmi meglio intendo la relazione delle istituzioni con la comunità e il bisogno che avevamo di rimettere al centro rispetto all'erogazione, pure essenziale e rilevantissima, dei servizi ai cittadini, anche la formazione degli operatori, le azioni già messe in campo, la proattività di gruppi, associazioni e realtà religiose.
Abbiamo lavorato nell'ottica di un pensiero trasversale che ha visto impegnati diversi ambiti dell'amministrazione comunale, producendo interessanti prospettive e che ha condotto ad una rilevante ridefinizione istituzionale del ruolo dei Quartieri stessi. L'organizzazione che oggi abbiamo definito insieme ai Quartieri mette al centro l'integrazione delle azioni comunitarie con gli interventi dei servizi.

Che ruolo devono avere i professionisti per fare funzionare questo SST unitario e quali sono le competenze particolarmente rilevanti in questo progetto strategico?
Siamo partiti dalla necessità di ricostituire la famiglia professionale degli operatori sociali, certi che in questa famiglia professionale ci sono tutte le idee, i pensieri, le visioni di prospettiva, le competenze che servono per rinnovare i servizi. Per costruire l'unitarietà ci vorrà il tempo del confronto, della costruzione delle sinergie, dell'ascolto e della disponibilità al cambiamento e la tensione a diventare uno, per garantire equità, riconoscibilità dei servizi, progettazione unitaria innovativa. Siamo grati della partecipazione attiva, della voglia di portare contributi che in queste prime fasi di lavoro e cioè due incontri plenari, incontri con i gruppi sui territori, lavoro insieme nei gruppi di macroprogettazione, ma abbiamo ricevuto molto anche dal contributo dei tanti colloqui con chi ha voluto portare all'attenzione temi, questioni aperte, problemi e anche difficoltà. Abbiamo bisogno del pensiero e dello studio di tutti, dell'approfondimento, della disponibilità al confronto e del desiderio di ricostruire il senso del nostro agire in un contesto profondamente mutato.
In questa trasformazione profonda bisogna riportare al centro del lavoro degli operatori sociali la relazione con il cittadino che è sì portatore di un bisogno ma appartiene ad una comunità precisa. La sfida che ci attende è leggere sempre di più le connessioni possibili tra il nostro sistema di servizi e le opportunità della comunità ed essere in grado di farle lavorare insieme

Maggiori informazioni sul processo di riordino del Servizio Sociale Territoriale sono disponibili nella pagina dedicata del nostro sito


Fonte: IoNoi (Intranet Comune di Bologna), 31 marzo 2017