Servizi e Sportelli Sociali

16 Gennaio 2017 Intercettare i bisogni e sviluppare la comunità. I cardini delle Case della Salute e del Riordino del Servizio Sociale di territorio

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Intercettare i bisogni dei cittadini e nel contempo promuovere un'integrazione concreta tra i professionisti (della sanità, ma anche del sociale) e la partecipazione della comunità locale, a partire dal volontariato e dell'associazionismo. E' questa la direzione indicata della Linee Guida sulle Case della Salute approvate dalla Regione nel mese di dicembre per mettere a sistema conoscenze e buone  pratiche e rafforzare questo servizio a sei anni di distanza dal suo primo avvio.
Al centro delle Linee Guida l'idea di organizzare le Case della Salute, non più per servizi, ma secondo quattro Aree integrate di bisogno (prevenzione; genitorialità-infanzia-adolescenza; bisogni episodici; cronicità), che mettono insieme professionalità e servizi diversi, coinvolgendo ove possibile anche il mondo dell'associazionismo, del volontariato e della società civile. In questo modo ogni utente/cittadino accede a un percorso di presa in carico, che può variare a seconda dei bisogni e della loro complessità.
Ad esempio una famiglia in attesa di un figlio nella Casa della salute troverà l'ostetrica e i corsi preparto; poi successivamente il pediatra e la pediatria di comunità; e ancora associazioni di mamme e di genitori, organizzazioni di volontariato che operano con i bambini e adolescenti, a seconda del tessuto associativo e civico attivo sul territorio.

Concetti che sono alla base anche del nuovo processo di riordino dei Servizi socio-assistenziali e socio-sanitari del Comune di Bologna, avviato lo scorso luglio con un Atto di indirizzo di Giunta, che vedrà dal 1° febbraio la nascita ufficiale del Servizio Sociale Territoriale unitario. Riunendo i servizi sociali dei diversi quartieri sotto la responsabilità di una direzione unitaria, il processo si propone di garantire e rafforzare l'accesso universalistico al sistema dei servizi, promuovendo percorsi di presa in carico più personalizzati e tarati sulla differente complessità dei bisogni dei cittadini, anche facendo leva sulle risorse proprie della comunità.
Come per le Case della salute, infatti, strumento fondamentale di questo percorso è lo sviluppo del lavoro di comunità, inteso come valorizzazione e attivazione delle risorse proprie dei cittadini e della società civile organizzata: dalle associazioni presenti sul territorio, alle reti di vicinato, al rafforzamento delle risorse individuali degli utenti stessi. Il tutto con l'obiettivo di favorire l'intercettazione dei bisogni, integrare le risorse disponibili e dare risposta anche ai bisogni nuovi ed emergenti e alla fragilità sociale,  in modo da prevenire il rischio di scivolamento nel disagio sociale.


Per approfondire il tema delle Case della salute:
http://salute.regione.emilia-romagna.it/cure-primarie/case-della-salute