Servizi e Sportelli Sociali

26 Settembre 2016 La Regione al lavoro sul nuovo Piano sociale e sanitario triennale

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Prosegue il percorso di confronto e approfondimento promosso dalla Regione Emilia Romagna in vista dell'elaborazione del nuovo Piano sociale e sanitario triennale, che dovrà essere varato nei prossimi mesi.

Dopo tre incontri di realizzati con metologia partecipativa nel mese di luglio, a Reggio Emilia, a Cesena Pievesestina e a Bologna, il 22 settembre in Regione si è svolto un incontro finale di restituzione per fare il punto su quanto emerso negli appuntamenti territoriali e allargare ulteriormente il confronto attraverso il metodo del "Futur lab". Un confronto che fino ad ora è stato ampiamente partecipato: sono più di 400 infatti le persone che hanno preso parte al percorso, tra rappresentanti delle istituzioni, operatori dei servizi, e referenti delle organizzazioni del terzo settore.

"Il percorso di elaborazione del piano sociale e sanitario sta diventando un entusiasmante gioco a più voci. - ha sottolineato la Vicepresidente e Assessore al welfare della Regione Emilia Romagna, Elisabetta Gualmini - Sono moltissime le persone che nelle varie parti dell’Emilia-Romagna hanno impegnato il loro tempo per riflettere su ciò che funziona nelle loro comunità e su ciò che va cambiato, anche con metodi di ascolto e brainstorming non convenzionali. Abbiamo ora in mano un prodotto grezzo che una volta completato porterà grandi novità: il ridisegno intorno ai distretti delle funzioni forti in materia socio-sanitaria e servizi 'settoriali' per i cittadini, cioè in grado di leggere i loro bisogni più profondi”.

Il nuovo Piano infatti, rispetto a quello precedente (varato nel 2008 e poi prorogato nel 2013), si inserisce in un contesto demografico e socio-economico profondamente mutato: il perdurare della crisi economica e le sue conseguenze si intrecciano anche con fattori che si sono acuiti negli ultimi anni nel territorio regionale, come l’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle persone immigrate, dei nuclei familiari privi o con una esigua rete parentale, la diffusione di forme di lavoro meno stabili e delle contraddizioni tra generazioni su lavoro e futuro. Mutamenti che richiedono inevitabilmente, da parte del sistema sociale e sanitario, risposte anche nuove e innovative e più integrate che coinvolgano le reti parentali, il privato sociale e della comunità.

(Fonte: www.regione.emilia-romagna.it)