"Bologna ha fatto da apripista", scrive Daniela Condorelli su l'Espresso del 20 settembre 2013, "Bologna la città degli orti" rilancia il portale di Tiscali.
Nei racconti dei nonni venivano citati i mitici orti di via Orfeo che qualche fortunato, se il grande portone di legno era aperto, riusciva anche ad ammirare. Poi dai primi anni '80 gli orti urbani hanno cominciato a fare parte della tradizione di Bologna; assegnati per molti anni alle persone anziane si sono sviluppati un po' in tutti i quartieri della città grazie alla collaborazione tra l'Amministrazione e l'associazione dei centri sociali e orti Ancescao. Dal 2009 l'assegnazione di un'area ortiva non è più riservata solo a persone anziane ma anche a persone adulte e famiglie. E da allora è boom...20 aree ortive, oltre 2700 orti, molte centinaia di persone in lista di attesa.
Alle esigenze legate al tempo libero, al mantenersi in attività, al risparmio economico per persone anziane certamente non con pensioni d'oro, nel tempo il vento dell'orto ha cominciato a soffiare con maggiore intensità. Questo sia per le sensibilità di tipo ambientale e salutistico, che hanno trovato nel dibattito sulle smart city una delle loro corsie preferenziali, sia per l'attenzione ad un uso più corretto delle risorose alimentari su cui, anche qui, Bologna ha fatto da apripista con l'esperienza universitaria del Last minut market.
A tutto questo sono da aggiungere i tempi di crisi che viviamo a cui le famiglie rispondono piantando pomodori e zucchine, coltivando l'antica arte italiana dell'arrangiarsi che comincia a fare concorrenza al tutto a 0,99 del pakistano sotto casa.
Insomma è tutto un fiorire di iniziative: nascono associazioni che sperimentano e organizzanio corsi, si differenzia tra orti classici nelle aree periferiche, orti idroponici (coltivazioni in acqua), orti su balconi e tetti di casa, orti aziendali. C'è perfino chi ha mappato tutto e l'ha messo su internet creando una vera e propria banca dati georeferenziata degli orti bolognesi.
E se gli anziani erano gli assoluti protagonisti di un tempo ora, oltre alle famiglie, altri soggetti si affacciano alla ribalta degli orti. Le persone immigrate che zappettando tra nonni e vicini di casa conoscono meglio la realtà bolognese e si fanno conoscere (vedi il bel video sulla esperienza degli orti di via Salgari) e perfino il mondo della disabilità a cui l'Azienda USL con l'area ausili di Corte Roncati propone un orto ergonomico, adatto e utile anche a chi è in carrozzina.
Classico e moderno si mischiano. Il tutto tra utilità e forse anche qualche demagogia, come sempre capita quando un tema si impone e fa tendenza.
E a breve per chi ha fame di orto un nuovo bando a cura del CAAB: 108 orti in palio per giovani e famiglie in zona San Donato, con tanto di corso di formazione e tutoraggio.
Per approfondire:
Come richiedere una area ortiva nel Comune di Bologna
Il CAAB, centro agro alimentare, attiva un bando per assegnare orti
La mappa degli orti urbani a Bologna
Iniziative della coooperazione_1
Iniziative della coooperazione_2
Un blog sugli orti
Gli orti aziendali_1
Gli orti aziendali_2
Un recente seminario in materia a Bologna (slide degli interventi)
"Ortografie", una galleria di belle immagini sugli orti bolognesi
Video: "Arrivano i giovani negli orti comunali"
Video "Coltivare colture: l'esperienza deli orti di via Salgari"
Altri video sulle esperienze degli orti a Bologna e in altre città
(fonte redazione sportelli sociali)
(*) SpM3, che sta per spendere meno, spendere mai, spendere meglio, è l'acronimo che nel nostro sito usiamo per indicare quelle notizie che, nel tempo della crisi, vogliono mettere l'accento non solo sulle risorse (contributi, card, bonus...) per, appunto, spendere meno o non spendere, ma anche sulla esigenza di riflettere sui nostri stili di vita e vedere anche se possiamo spendere meglio avendo attenzione, dentro la nostra personale economia (oikonomia= amministrazione delle cose domestiche), ai temi del riciclo, del riuso, dello spreco alimentare, delle fonti energetiche...