Sostenere i padri separati che hanno difficoltà di tipo abitativo e aiutarli a ritrovare una completa autonomia. È con questa finalità che è nato il ‘Residence dei babbi’ del comune di Rimini.
Inaugurata nei giorni scorsi, la struttura (di proprietà di Asp Casa Valloni) ha 8 miniappartamenti di 25 metri quadrati ciascuno, un’ampia zona comune con diverse stanze e un cortile a verde.
“È il risultato di un percorso partecipato fatto insieme agli enti che si occupano di povertà – racconta Gloria Lisi, assessore comunale alle Politiche sociali – attraverso il quale abbiamo individuato 7 fasce di popolazione particolarmente vulnerabili, tra cui ci sono appunto i padri separati”. In seguito alla separazione, infatti, la casa familiare viene assegnata al coniuge che ha l’afffidamento dei figli (in genere la madre), mentre l’altro deve pagare una quota per il mantenimento, quota cui poi va aggiunta la spesa per l’affitto di un nuovo alloggio. L’effetto è una difficoltà economica, anche chi ha uno stipendio medio-alto.
“Il primo intervento a favore di queste persone è stato di tipo abitativo perché pur lavorando, faticano a sostenere le spese per un affitto a prezzi di mercato – continua Lisi – visto che il mantenimento dei figli può arrivare anche a 400 euro a minore”. Il ‘Residence dei babbi’ nasce proprio per aiutare queste persone con le problematiche abitative. “Si tratta ovviamente di soluzioni temporanee – spiega l’assessore – per sostenerli in un momento di difficoltà e aiutarli a ritrovare una completa autonomia”.
Padri in regime di separazione legale o di fatto che assolvono al dovere/obbligo di mantenimento dei figli, con un reddito disponibile inferiore a una soglia predeterminata (minimo Inps, incrementato del 70%) e residenti da almeno 3 anni nel Comune di Rimini. Sono questi i destinatari del progetto ‘Residence dei babbi’.
L’inserimento è previsto per un massimo di 18 mesi durante i quali i beneficiari dovranno corrispondere una quota pari a 150 euro mensili a cui vanno aggiunte le spese per le utenze (luce, acqua e gas). L’amministrazione comunale contribuisce con un finanziamento di 30 mila euro all’anno (la convenzione con Asp per la gestione del progetto è di 4 anni).
Sostegno individualizzato e promozione della relazione padri/figli. Oltre all’inserimento nel residence il progetto ha altre finalità, tra cui la predisposizione di percorsi di supporto familiare, legale e psicologico, percorsi di supporto dell’esercizio delle funzioni genitoriali attraverso la messa a disposizione di aree ludico-ricreative gestite da figure competenti e percorsi di accompagnamento all’utilizzo della struttura per la promozione delle relazioni interne ed esterne nella rete messa a disposizione dai servizi. “Nel residence è stata ricavata un’area comune in cui i genitori, non solo gli 8 che vi abitano ma anche altri, possono stare con i figli – spiega Lisi – Spesso, infatti, l’unico luogo in cui i genitori separati incontrano i figli sono i centri commerciali con tutto ciò che comporta il trascorrere del tempo in un luogo come quello: gli spazi comuni nel residence sono predisposti per dare la possibilità ai padri di trascorrere del tempo con i propri figli, senza implicazioni di tipo commerciale”.
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(fonte redattoresociale)