“In Italia vivono circa 500 mila persone con epilessia, una patologia che comporta, per le sole spese dovute a ricoveri e terapie, cioè al netto dei costi sociali derivanti da disoccupazione e assenza dal lavoro per malattia, un esborso annuo di oltre 785 milioni di euro”.
E’ quanto è stato detto nel corso dell’iniziativa tenutasi al Senato dal titolo “Epilessia, quanto ci costi?” che ha visto la presenza di rappresentanti di Lice (Lega italiana contro l’epilessia) e Aice (Associazione italiana contro l’epilessia), di Francesca Galeotti dell’Ufficio di farmacovigilanza dell’Aifa, e di Massimo Caccabarozzi presidente di Farmindustria. Sui 785 milioni di euro “la spesa farmaceutica incide per 139 milioni di euro – ha ricordato Giambattista Pesce segretario dell’Aice e presidente della Fondazione italiana ricerche epilessia -, una somma sulla quale Aice e Lice invitano le istituzioni, le industrie e gli operatori della distribuzione a un confronto aperto, per valutare la possibilità di ottenere un notevole risparmio di spesa, ma anche un risultato positivo nella continuità della cura per le persone con epilessia”.
“Non parlo di un colpo di bacchetta magica – prosegue Pesce – ma di un’organizzazione più efficiente della filiera dei farmaci antiepilettici, che ne garantisca la distribuzione diretta alle persone con epilessia nelle farmacie ospedaliere, oppure la cosiddetta ‘distribuzione per conto’ nelle farmacie convenzionate con i Sistemi Sanitari Regionali.
Ciò garantirebbe – spiega ancora il Segretario dell’Aice – un risparmio di oltre 30 milioni di euro nella sola area terapeutica dell’epilessia, e senza alcuno svantaggio per le aziende farmaceutiche”.
“Inoltre, poiché i farmaci della classe N03A trovano impiego in ben 7 macroaree, che vanno dalle neuropatie alle cefalee, il risparmio complessivo che si potrebbe ottenere è stimabile in circa 102 milioni di euro. È un’occasione, per l’intero Sistema Sanitario e per le persone con epilessia, la cui condizione stiamo tentando di tutelare in ogni modo, anche attraverso una proposta di legge all’esame della Camera in questi giorni (‘La piena cittadinanza delle persone con epilessia’), che non possiamo lasciarci sfuggire, e in vista della quale, grazie anche alla sensibilità del presidente della XII Commissione del Senato, Senatore Antonio Tomassini, abbiamo avuto buon gioco nel proporre il ‘tavolo trasparente’ di questa mattina, che riunisce davvero tutti i decisori che possono aiutarci a cogliere questa chance”.
E il “tavolo a quattro gambe” – con medici della Lice, persone con l’epilessia dell’Aice, rappresentanti di Aifa e di Farmindustria – è salutato come contesto nuovo e costruttivo, “convergenza di obiettivi che migliorano l’assistenza e lo sviluppo della ricerca”.
La distribuzione diretta e distribuzione “per conto” dei farmaci antiepilettici, spiegano i promotori, significherebbero risorse risparmiate da reinvestire in ricerca e in progetti di inclusione sociale delle persone con epilessia, ma soprattutto garanzia di continuità delle loro terapie, “che oggi – dice Pesce – a causa di un diffuso fenomeno di esportazione parallela, sono messe a rischio da una drammatica irreperibilità di questi ‘salvavita’, a volte proprio nel momento del bisogno”.
Del resto, che la distribuzione dei farmaci diretta e “per conto” rappresentino soluzioni vantaggiose per le persone con epilessia, ma anche un modello iso-risorse per il sistema risoluzioni in tal senso adottate, di propria iniziativa, da diverse autonomie locali: “In Toscana – viene spiegato - è in vigore l’estensione del Pht (prontuario della distribuzione diretta per la continuità assistenziale ospedale-territorio) ai farmaci antiepilettici, che sono perciò dispensati in
distribuzione diretta presso le strutture sanitarie e “per conto” attraverso le farmacie aperte al pubblico. Non più di un mese fa, poi, la Provincia autonoma di Bolzano e le Regioni Veneto, Liguria ed Emilia Romagna, allo scadere dei brevetti degli antiepilettici a base di levetiracetam e topiramato, al fine di evitare alle persone con epilessia in cura con i farmaci brand la corresponsione della compartecipazione per il mantenimento di quelle terapie, ne hanno permesso la distribuzione diretta, tramite le farmacie ospedaliere o le strutture delle Asl di residenza delle persone con epilessia”.
(fonte redattoresociale.it)