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19 Ottobre 2012 Regolarizzazione 2012: si è chiusa la possibilità di uscire dall’illegalità

Stop alla sanatoria 2012: per gli “invisibili” si è chiusa con la mezzanotte di ieri (15 ottobre) la finestra per uscire dall’illegalità. Tra il mezzo milione di immigrati irregolari presenti in Italia, la regolarizzazione 2012 rischia di essere ricordata come un’occasione mancata. Appena 134.576 le domande pervenute, contro le stime di 150mila domande del ministro Riccardi e delle 380mila della Fondazione Moressa. Le domande del 2012 sono meno della metà di quelle della regolarizzazione del 2009 (295.112), meno di un quinto di quelle relative alla sanatoria del 2002 (701.906), e circa un terzo di quelle dell’ultimo decreto flussi (411.117). La colpa? Il mix di alti costi, vincoli gravosi e notizie confuse. E da oggi, per i datori di lavoro non usciti allo scoperto, sono pronte a scattare le nuove pene della legge “Rosarno”.
Delle 134.576 domande pervenute, 115.969 sono per l’emersione del lavoro domestico (87%) e 18.607 per l’emersione dei lavoratori subordinati. La distribuzione delle domande per provincia vede Milano in testa con 19.005 richieste in totale, segue Roma con 13.815 domande e Napoli 11.111.
Per quanto riguarda la provenienza dei lavoratori, i bengalesi hanno superato i marocchini con 15.770 domande, a fronte di 15.600. Seguono, per nazionalità, indiani, ucraini, pakistani ed egiziani.
A frenare la regolarizzazione gli alti costi e la difficoltà di dimostrare la presenza in Italia del lavoratore straniero prima del 31 dicembre 2011 attraverso “documenti di organismi pubblici” – la cui definizione è arrivata solo il 4 ottobre attraverso un parere fornito ai ministeri competenti da parte dell’Avvocatura dello Stato. Un chiarimento che ha riaperto di fatto le strette maglie della sanatoria, ma che è arrivato troppo tardi. Nonostante un picco finale, le domande infatti non hanno raggiunto le stime previste, tanto da spingere i sindacati a chiedere una proroga dei tempi della sanatoria.
Leggi il Report finale del Ministero degli interni
(Fonte sito Immigrazione Oggi.it)