Servizi e Sportelli Sociali

18 Agosto 2011 Piano Nazionale per la Famiglia

L'Unità operativa di Bologna dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia, gestita dal Comune, pubblica una newsletter periodica che ha dedicato un numero monografico alla recente bozza del Piano Nazionale per la Famiglia.

La bozza di Piano muove dalla consapevolezza che l’Italia sia caratterizzata da profondi squilibri sociali e demografici che hanno al loro centro, come causa e nello stesso tempo come effetto, le difficoltà di fare famiglia e avere figli, la mancanza di equità fiscale e la crescente fragilità delle reti familiari.
L’Italia, contrariamente ad altri Paesi europei, non ha sinora avuto un Piano nazionale di politiche familiari, inteso come un quadro organico e di medio termine di politiche specificatamente rivolte alla famiglia, cioè aventi la famiglia come destinatario e come soggetto degli interventi. Hanno largamente prevalso interventi frammentati e di breve periodo, di corto raggio, volti a
risolvere alcuni specifici problemi delle famiglie senza una considerazione complessiva del ruolo che esse svolgono nella nostra società, oppure si sono avuti interventi che solo indirettamente e talvolta senza una piena consapevolezza hanno avuto (anche) la famiglia come destinatario.
Gli interventi proposti nel Piano sono articolati in ‘Parti’, che contengono i tratti salienti delle azioni proposte, poi esplicitate ed illustrate in apposite schede.

Le schede comprendono sei punti:
1. denominazione dell’azione, che descrive in modo sintetico la tipologia dell’intervento;
2. area di riferimento delle politiche familiari, dove si fa riferimento ai sette filoni di intervento (equità economica, fiscale, tributaria e revisione dell’ISEE; politiche abitative; lavoro di cura familiare, con annessi interventi sulla disabilità e non autosufficienza; pari opportunità e conciliazione tra famiglia e lavoro; reti associative familiari; servizi consultoriali, consultori, mediazione familiare, centri per la famiglia; immigrazione, sostegno alle famiglie immigrate);
3. soggetti promotori dell’azione, dove si indicano i soggetti istituzionali titolari dell’iniziativa;
4. risorse finanziarie, articolate in ordinarie e straordinarie;
5. tipologia dell’azione, intesa come normativa, servizio istituzionale, progetto pilota, altre attività progettuali;
6. descrizione sintetica dell’attività.

Leggi la bozza del piano nazionale famiglia