Da quando è attivo (1 agosto 2010) alla fine dell’anno, quindi in cinque mesi, il Pronto intervento sociale (Pris) operante su tutti i Comuni della provincia di Bologna, esclusi quelli imolesi, ha effettuato 328 interventi. Un numero significativo soprattutto se lo si raffronta ai 300 interventi che i responsabili stimavano di registrare in un intero anno. A fornire le cifre è Annalisa Faccini, responsabile del servizio PRIS del Comune di Bologna (che è capofila del progetto). Faccini è intervenuta questa mattina alla commissione Servizi sociali della Provincia di Bologna, che ha fatto il punto sui primi mesi di attività del Pris.
Il Pris è un servizio rivolto non direttamente ai cittadini ma alle Forze dell’ordine, agli ospedali, agli amministratori o ai servizi territoriali che hanno bisogno di supporto nel momento in cui si trovano a che fare con una situazione di emergenza. Esiste quindi un numero telefonico, operativo 24 ore su 24 tutti i giorni, grazie al quale un nucleo di operatori professionisti è in grado di dare risposte a distanza (ad esempio indicando in quale struttura è possibile far ricoverare un senzatetto trovato al freddo), oppure di far intervenire sul posto un assistente sociale per i casi più complessi. Rispetto alle previsioni, dunque, il Pris ha avuto un vero e proprio boom di richieste di intervento: probabilmente a causa di una “accresciuta sofferenza sociale”, spiega Faccini. Gran parte delle chiamate (295) sono arrivate in orari di chiusura dei servizi sociali esistenti sul territorio. Sono 437, complessivamente, le persone coinvolte negli interventi: 260 adulti, 80 minori, 73 tra madri e bambini, 17 nuclei familiari e sette anziani. Sono 50 i casi di maltrattamento in famiglia, con il coinvolgimento di 30 minori.
A chiamare sono stati soprattutto gli operatori impegnati ad aiutare persone che necessitavano di ripararsi dal freddo (146 interventi) e la Questura (90), seguite da Polfer, Polizia municipale, Carabinieri, ospedali e servizi sociali territoriali. In 222 casi si è rivelata sufficiente la consulenza telefonica e l’80% degli interventi si è concluso con l'inserimento in strutture di pubblica accoglienza.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle chiamate, il Comune di Bologna è in cima alla lista con 293 interventi (in 58 casi si è trattato di aiutare madri con bambini). Segue il distretto di Casalecchio (13 chiamate), quello di Pianura est (10), Pianura ovest (sei), San Lazzaro e Porretta (due). Sono 20 le nazionalita' registrate tra le persone per le quali è intervenuto il Pris: in primo luogo italiane (101), seguite da stranieri provenienti da Romania (81), Marocco (78) e Bangladesh (31). Un servizio “estremamente positivo”, lo definisce la consigliera provinciale Anna Cocchi (Pd), sulla base dell’esperienza di presidente dell'Asp Seneca (Pianura ovest). Per quanto riguarda i Comuni del nuovo Circondario, che al momento dispongono di una simile articolazione di servizi, Faccini spiega che proprio in questi giorni nell'imolese si sta valutando se aderire al Pris.
(fonte redattoresociale.it, 13/1/11)