Museum of Industrial Heritage

Nato a Bologna nel 1905 Alfonso Drusiani, meccanico e progettista, prima della guerra collabora con la Cavedagni, progetta e costruisce tutti i motori dei motocarri della milanese F.B. Dopo la guerra l'officina lo vede impegnato come capo struttura dell'officina gestita direttamente dall F.B. Come reparto corse Mondial. In questa veste progetta motori e particolari meccanici che porteranno la Mondial a numerosissimi successi. Tenta poi con scarso successo l'avventura imprenditoriale che lo porterà dopo alterne vicende a collaborare in ultimo con la Mi-Val di Brescia. Muore nel 1969.

Uscita dalla guerra, l'Italia è impegnata in un grande sforzo di ricostruzione del tessuto sociale, politico ed economico. Uno degli esempi più significativi è la motoristica con la proposta di micromotori da applicare a biciclette o appositi telai. Il loro costo contenuto ne decreta il successo immediato. Bologna partecipa da protagonista a questo fenomeno: si affaccia sul mercato la Ducati con il Cucciolo, uno degli artefici della “motorizzazione popolare”del paese. Sono ben 49 le ditte bolognesi attive in quegli anni, in molti casi meteore destinate a sparire. Tra i costruttori di moto vi sono M.M. e C.M. Dal glorioso passato, mentre Moto Morini e F-B Mondial si affermano a livello sportivo in Italia e all'estero. Altri come Cimatti, Malaguti, Marzocchi, testi, Verlicchi si avviano a conquistare uno spazio importante. Alcuni di questi sono marchi di successo nei rispettivi settori sul mercato mondiale.

Nel 2002 l'archivio fotografico della Cineteca Comunale di Bologna acquisisce il fondo fotografico. L’intero archivio si compone di 56.721 negativi, il 96% dei quali su pellicola (formato 35 mm e 6x6) ed i restanti su vetro (formato 6x9, 9x12 e 13x18), databili tra il 1935 e il 1976, istantanee di vita sociale che raccontano una città e quarant’anni della sua storia. L’intero Fondo Comaschi risulta completamente inventariato, in parte digitalizzato e catalogato ed è oggetto di ricerca costante, sia nei contenuti che ai fini della ricostruzione biografica e professionale della figura del fotografo.

L'omonimo ipertesto multimediale esemplifica la metodologia di valorizzazione del patrimonio industriale in una situazione di apprendimento non formale. Al centro del messaggio formativo l’articolazione interdisciplinare e organica dei rapporti tra l’uomo e la tecnica.

Il fondo Nino Comaschi presenta diversi servizi fotografici in cui compaiono ciclomotori, moto e motocarri. Si tratta nella maggior parte dei casi di eventi sportivi – ma non mancano avvenimenti diversi, attività commerciali ed altro ancora – databili a partire dalla metà degli anni Trenta al 1950. Sono documentate le gare svoltesi a Bologna e dintorni, o in regione, tra cui alcune vere e proprie “classiche” dell’epoca.

L'esposizione “Moto bolognesi del dopoguerra” conclude una ricerca cominciata dal Museo nel 2003 sulle origini e lo sviluppo del distretto motoristico di Bologna. La collaborazione con Enrico Ruffini e molti collezionisti ha permesso la realizzazione di tre mostre. Assoluti protagonisti di queste vicende sono Bologna e le capacità imprenditoriali e tecniche dei suoi meccanici.