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## Tour
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tour.description = Virtual tour 360º - visitare, vedere e ascoltare l'essenza della muscia occidentale
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tour.name = Museo internazionale e biblioteca della Musica Bologna - virtual tour 360º
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Museo della musica: lista panorama
Museo della musica: lista panorama
Strada Maggiore, 34 - Bologna
*L’Istituzione Bologna Musei si impegna a riconoscere i diritti dovuti in tutti i casi in cui non è stato possibile rintracciare la provenienza delle musiche inserite.
Virtual tour 360° - Concept e realizzazione:
In collaborazione con:
Istituzione Bologna Musei | Museo internazionale e biblioteca della musica
FRATE GIAMBATTISTA MARTINI
Nell'accingersi a stilare una Storia della musica completissima, il francescano Giambattista Martini (1706-1784) concepisce un progetto enciclopedico: raccogliere in Bologna una biblioteca di libri e spartiti musicali d'ogni epoca, nonché una galleria di ritratti dei principali compositori, esecutori e teorici della musica. La sua dottrina e il suo magistero nel contrappunto furono d'esempio e di sprone per molti in Europa: percettore di numerosi giovani compositori, l'erudito bolognese intrattenne una fitta corrispondenza con personalità politiche, intellettuali e musicali di spicco.
LIBRI PER MUSICA E STRUMENTI
SECOLI XVI E XVII
Tra i mille e mille volumi rari raccolti da padre Martini si ammira l'Harmonice musices odhecaton A, l'unico esemplare superstite del primissimo libro di musica mai stampato, impresso nel 1501 nella tipografia di Ottaviano Petrucci a Venezia. Accanto ai principali incunaboli quattrocenteschi della stampa musicale, la libreria martiniana documenta poi la sorprendente floridezza della tipografia e dell'editoria musicale italiana nel '500, alimentata dal rigoglio della poesia petrarchistica e dal culto della musica come marca di distinzione sociale.
Insieme con l'esecuzione a più voci dei madrigali cantati "a tavolino", la civiltà cortese predilige la combinazione delle voci con gli strumenti, i liuti, le viole da gamba o da braccio, i flauti, i cornetti.
IL FRAINELLI E L'OPERA ITALIANA NEL '700
Fin dagli esordi, e più che mai nel Settecento, il fattore preminente nel sistema dell'opera in musica è il cantare. La voce del cantante, certo, il virtuosismo, l'agilità, il cantar granito, il bel legato, l'acuto splendente, il gorgheggio leggiadro, il trillo smagliante; ma anche il bel portamento, la franchezza del gesto, la mossa dignitosa, la capacità insomma di inculcare nello spettatore, con ogni facoltà musicale e istrionica, l'affetto il sentimento la passione.
Il campo d'elezione del Farinelli, soprano acclamato nei teatri d'Italia e di Londra come alla corte di Madrid, amicissimo di padre Martini, fu la dolcezza, la blandizia, la lusinga, la delizia, le arie patetiche, gli sfoghi dell'animo, gli sgorghi della passione, i sussurri dell'affetto, l'infinita nostalgia di una dignità e di una fierezza e di una nobiltà proposte come un ideale desiderabile all'ammirazione d'ogni uomo, d'ogni donna.
GLI AMICI DI PADRE MARTINI
Sacerdote regolare, Giambattista Martini non si sposta quasi mai da Bologna. Ma nella sua cella in S. Francesco riceve frequenti visite di estimatori, allievi, colleghi come lo storiografo inglese Burney e il compositore boemo Gluck, venuto a Bologna per inaugurare il Teatro Comunale (1763); e attraverso i libri, «senza uscir di cella» Martini conversa «con più di uno di certi maestri anche antichi, non solo spagnuoli e romani, ma ancora inglesi, greci, francesi e lombardi». Tra gli allievi spiccano Giovanni Cristiano Bach, l'ultimo figlio maschio di Johann Sebastian, e Wolfgang Amadé Mozart, ammesso quattordicenne all'Accademia Filarmonica grazie all'appoggio di padre Martini.
L'IDEA DELLA MUSICA
Fino al '700, il trattato di musica, contenitore universale del sapere musicale, include la totalità della disciplina: dalla narrazione del suo nobile passato e della sua moderna rinascita, all'enunciazione dei suoi principii teorici, alla loro concreta applicazione nella prassi del comporre.
In Zarlino e in Galilei rivivono due miti musicali antichi riscoperti nel rinascimento: il mito pitagorico dell'armonia, realizzato nel canto polifonico che imita le leggi matematico-musicali della Creazione divina del mondo; e il mito dei «maravigliosi effetti della musica antica»imitati nella moderna musica espressiva.
Nell'età barocca, l'idea del cosmo musicale derivata da Pitagora si coniuga con l'immagine cristiana dei cori polifonici delle gerarchie celesti.
GIOACHINO ROSSINI E L'OPERA NELL'800
L'Ottocento segna in Italia come nelle metropoli di tutt'Europa la stagione culminante del più popolare melodramma. Al centro del sistema operistico è sempre ancora il cantante. Ma a partire dal Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini le partiture più fortunate si fissano durevolmente nei cartelloni teatrali, e nel giro di due generazioni - Bellini Donizetti Verdi - l'autore della musica scalza il librettista come drammaturgo titolare in questa singolare forma di teatro che esalta i conflitti sentimentali. Questo processo, che comporta la sintesi perfetta di parola, musica e azione, culmina nella personalità e nell'opera di Richard Wagner, precocemente idolatrato dai bolognesi: il Lohengrin dato qui nel 1871 segna l'avvio della fortuna wagneriana in Italia.
TRA OTTO E NOVECENTO: MARTUCCI E RESPIGHI
Ammiratore di Brahms e Wagner, sensibile al richiamo della musica francese e inglese coeva, Martucci (1856-1909) è però ben consapevole che la modernità non sussisterebbe senza l'appello al passato, senza l'intransigente culto dei classici, celebrato in un sentimento di lontananza che si tramuta in assenza.
In Respighi (1879-1936), allievo di Martucci nel Liceo musicale di Bologna, la sfiducia che alla tonalità restasse ancora nuovo spazio, e che al tempo stesso di là da essa musica alcuna potesse darsi, alimenta un linguaggio modal-tonale che assurge a melodia immobile e senza tempo, ad arcano silenzio.
LIBRI PER MUSICA E STRUMENTI
SECOLI XVIII E XIX
Nel '700 la tipografia musicale cede il passo all'incisione (calcografica, indi litografica), procedimento che fiorisce soprattutto nelle metropoli d'Oltralpe, dove anche i compositori italiani mandano a stampare le loro musiche. Un genere editoriale che solo nell'Ottocento si stabilizzerà - dapprima in Francia, indi in Germania, infine in Italia - è la partitura operistica, prima d'allora consegnata perlopiù a copie manoscritte.
Su un altro versante, il rigoglio della musica orchestrale e da camera stimola il perfezionamento tecnico degli strumenti e la loro standardizzazione: se strumenti sofisticati come la viola d'amore tendono a scomparire, il pianoforte, l'arpa, la famiglia dei violini e tutti i fiati potenziano le loro risorse di suono e d'agilità.
La musica è un mirabile ritrovato per mezzo del quale gli uomini, sottraendosi al tempo del cronometro e al tempo dell'esistenza, danno forma al tempo delle loro emozioni, danno corpo al tempo del mito e della storia.
Nondimeno, essa è ancorata a testimonianze materiali, fragili e vulnerabili nella loro concretezza. Partiture, trattati, strumenti, dipinti non sono musica, ma ne preservano le sole tracce durevoli: questi gli oggetti che deve raccogliere, conservare, ordinare, decifrare, comprendere, valorizzare chi voglia tramandare e godere il patrimonio musicale della nostra civiltà.
L'opera d'arte musicale, sottratta alla consistenza oggettuale dell'opera d'arte figurativa o architettonica, a quella logico-verbale della poesia fissata sulla carta, deve di necessità mobilitare una moltitudine di fonti testi documenti, tutti utili e nessuno esauriente.